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Massimo Ricci, 45 anni, ha un’impresa che posa cartongesso e realizza imbiancature. Da circa 5 anni collabora con Kager. Vive a Omegna, in provincia di Verbania, con la moglie e due figli in una casa Kager di 120 metri quadrati.

 

“Quando nel 2002 ho cambiato casa, la mia scelta è andata a Kager perché i miei figli erano piccoli e avevo necessità di traslocare velocemente, e con loro ho potuto costruire casa in un tempo davvero breve grazie alla prefabbricazione. Negli anni mi sono reso conto di quanto la mia scelta per una casa in legno fosse stata azzeccata, anche in relazione al comfort abitativo di cui poi avrei goduto”.

 

Lei collabora con Kager da 5 anni: anche per i suoi clienti, come è stato per per lei, i tempi rapidi sono la prima motivazione che spinge a scegliere Kager?

Sì, perché se per consegnare un’abitazione tradizionale di cento metri quadrati ci vuole un anno, per una casa in legno Kager bastano quattro mesi. Però le cose stanno cambiando.

 

In che senso?

Il passaparola sui vantaggi che l’azienda offre, al di là dei tempi di consegna veloci, si sta diffondendo, e la gente la sceglie anche per altri motivi. Se infatti cinque anni fa solo il dieci per cento dei miei clienti optava per Kager, perché era diffuso il pregiudizio che una casa realizzata così velocemente non potesse essere sufficientemente solida e affidabile, oggi la percentuale è salita al 70.

 

Che cosa ha determinato questa consapevolezza?

Come dicevo prima, il passaparola. Sono circa 20 le famiglie per le quali ho lavorato e che hanno sperimentato Kager: tutte sono pienamente soddisfatte.

 

Quali sono i motivi di tale soddisfazione?

Svariati, a partire dai costi certi. Ma potrei citare l’affidabilità: spesso le abitazioni tradizionali in mattoni hanno problemi di umidità e accusano un degrado più rapido, una casa in legno Kager invece ha un ottimo isolamento termico, e il “microclima” che si forma è secco al punto giusto e garantisce le condizioni ideali per struttura e intonaco. Per esempio è assai più facile che si formino crepe o cavillature nell’intonaco spesso quattro centimetri di una casa costruita con metodi classici piuttosto che in quello di un centimetro di un’abitazione Kager che, posso testimoniarlo in prima persona, “invecchia” più lentamente.

 

Ha citato la sua esperienza diretta, come detto lei vive in una casa Kager da 13 anni: quali interventi di manutenzione ha realizzato?

Nessuno, casa mia sembra fatta ieri.

 

All’inizio dell’intervista ha dichiarato di aver fatto nel 2002 una “scelta azzeccata”: ci racconta in che senso?

Mi riferivo al comfort climatico, che si fa sentire tanto nella qualità di vita che nei consumi, ma anche al comfort acustico. In casa non sentiamo nessun rumore fastidioso dall’esterno. Al mattino, per capire se piove, devo aprire la finestra, tanto siamo riparati dall’inquinamento acustico.

 

Nessun difetto?

Io non ne trovo. E ci tengo a sottolineare la vocazione ecologica della mia abitazione. Anche in questo senso parla di me, delle mie convinzioni e dei miei valori. Ho educato i miei figli al rispetto dell’ambiente: il maggiore, 18enne, ha già detto che un domani vorrà per sé una casa Kager. Il futuro non può che essere green.